Tratto da RiEnergia n.415 del 15 ottobre 2025 – “Risorse naturali e ambiente: dialogo in corso”, l’articolo di Cosimo Imperiale – Direttore Generale di Assorisorse
Nel contesto attuale, le risorse del sottosuolo – minerarie, energetiche e geotermiche – rappresentano una leva strategica per la competitività industriale, la transizione energetica e la sicurezza degli approvvigionamenti. Ma per trasformarle in valore economico, sociale – occupazionale e sostenibile anche da un punto di vista ambientale, è necessario sempre più una vista unitaria e un governo lungo tutta la filiera, secondo un approccio di sostenibilità sempre crescente, dall’esplorazione all’utilizzo finale, passando per trasformazione, trattamento, riciclo e riuso.
L’Italia, ricca di potenziale, può cogliere le opportunità future, in una visione di lungo periodo, se sarà capace di disporre filiere solide, resilienti e integrate. La sensibilità, istituzionale e imprenditoriale su questi temi oggi è molto cresciuta rispetto al passato, e il nostro sistema ha l’opportunità di evolversi, sviluppando una capacità di risposta più rapida e coordinata ai cambiamenti globali.
Inoltre, le recenti evoluzioni geopolitiche hanno riportato al centro dell’attenzione il ruolo strategico delle risorse del sottosuolo. Questo scenario ci offre una opportunità, e ci spinge a rivalutare con spirito costruttivo le scelte del passato e apprezzare le potenzialità affinché l’Italia possa tornare protagonista, dotandosi delle tecnologie, competenze e infrastrutture industriali necessarie per affrontare, in maniera più autonoma, le sfide future.
Analogamente, il percorso verso la transizione energetica richiede un approccio pragmatico, che sappia valorizzare tutte le fonti disponibili – comprese quelle tradizionali – accompagnando in modo efficace il cambiamento e mantenendo stabile ed efficiente il sistema energetico nazionale e il resto del mondo produttivo del quale materie prime critiche e energia sono fattori chiave ai fini della competitività.
Da questo punto di vista diventa sempre più necessaria una visione unitaria e non frammentata tra tutte le componenti delle filiere: attività estrattive, attività logistiche, attività di raffinazione/conversione, attività commerciali e relativi prodotti, servizi connessi.
È un approccio che va ben oltre le materie prime e coinvolge l’intero ecosistema delle georisorse: geotermia, materiali da cava, idrocarburi, gas naturale, stoccaggio della CO₂, fino agli utilizzi innovativi e multipli del sottosuolo.
Negli ultimi decenni, la facilità di accesso alle risorse tramite catene globali di approvvigionamento ha attenuato la percezione del sottosuolo come leva strategica, riducendo al contempo il senso di urgenza nell’investire nello sviluppo di competenze interne e in sistemi industriali nazionali. Ciò ha frenato la costruzione di una filiera domestica integrata, resiliente e autonoma.
Attualmente, le diverse fasi della filiera – esplorazione, estrazione, trasformazione, utilizzo, recupero e monitoraggio – procedono spesso in modo frammentato, e in molti casi, anche risorse disponibili sul territorio nazionale rimangono inutilizzate o sottoutilizzate.
La conseguenza è una dipendenza dall’estero non solo per le risorse primarie, ma per interi segmenti di filiera: trasformazione, raffinazione, gestione sostenibile, recupero di materiali o energia.
Il Decreto Legge 84/2024, che introduce il Programma Nazionale di Esplorazione, segna un primo passo verso il recupero del valore del sottosuolo. La mappatura sistematica del potenziale minerario e geotermico e la semplificazione autorizzativa per progetti strategici rappresentano segnali positivi, ma non ancora sufficienti.
Per ottenere risultati concreti è fondamentale accompagnare queste azioni con progetti e infrastrutture industriali, logistiche e di governance che trasformino la conoscenza in valore.
Oggi, più che mai, serve una visione integrata per le attività estrattive del sottosuolo, che:
- favorisca la localizzazione di poli industriali e tecnologici;
- crei sinergie tra aziende, territori e istituzioni;
- attivi una rete di centri di ricerca applicata e di formazione tecnica;
- promuova strumenti di programmazione e gestione integrata tra livelli istituzionali;
- ricostituisca in Italia adeguate competenze professionali;
- crei una cultura sociale e una consapevolezza sociale di accettazione.
L’efficienza della filiera dipende anche dalla capacità di integrare le fasi estrattive e/o di riutilizzo con i settori industriali che ne utilizzano i prodotti. Questo richiede un ulteriore sforzo nella governance istituzionale: un approccio unitario che coinvolga in modo coordinato tutte le competenze – dall’ambiente alle imprese, dalle infrastrutture all’agricoltura, dai beni culturali agli enti locali – per facilitare risposte rapide e coerenti.
Inoltre, uno spazio stabile di confronto tra pubblico e privato potrebbe diventare un motore di collaborazione, in grado di valorizzare progetti complessi, attrarre investimenti di qualità e promuovere strategie territoriali integrate, generando impatti concreti e duraturi per il Paese.
In questo scenario le Associazioni di Categoria legate al mondo confindustriale possono e devono dare un contributo che va ben oltre la rappresentanza promuovendo una visione integrata e più moderna delle attività associate al sottosuolo.
Tre le funzioni chiave:
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Regia tecnico-istituzionale
Fornire competenze tecniche, supporto normativo e visione di medio-lungo periodo alle istituzioni, contribuendo alla definizione delle politiche europee e nazionali. -
Coordinamento industriale
Connettere i diversi segmenti della filiera – esplorazione, estrazione, energia, riciclo, servizi – favorendo partenariati verticali e territoriali. In questo modo si creano ecosistemi produttivi capaci di generare valore lungo tutta la catena. -
Cultura e comunicazione
Promuovere una nuova narrazione delle georisorse: sostenibile, innovativa, ancorata alla transizione ecologica. Collaborare con scuole, ITS, università per formare nuove competenze e superare pregiudizi culturali sul settore.
In un contesto nazionale ancora frammentato, le fiere internazionali rappresentano oggi uno dei pochi spazi reali di integrazione della filiera delle risorse naturali in Italia.
Partecipare a momenti di incontro e confronto, come ad esempio quelli che abbiamo vissuto quest’anno a Gastech, OMC Med Energy Conference e RemTech Expo, è importante per trarre gli elementi utili anche per la costruzione di un sistema nazionale industriale più forte in quanto tiene conto di tutte le specificità necessarie ad una transizione energetica sostenibile.
Queste manifestazioni, spesso promosse o partecipate attivamente dalle Associazioni di Categoria, rappresentano ulteriori occasioni per superare le frammentazioni settoriale, facilitare la nascita di partenariati industriali e istituzionali, e condividere una visione sistemica del ruolo delle risorse naturali nella transizione ecologica e digitale.
Agiscono come laboratori aperti, capaci di anticipare trend, indirizzare investimenti e rafforzare il posizionamento italiano in ambito europeo e mediterraneo; non sono solo vetrine di innovazione tecnologica, ma piattaforme di integrazione strategica, dove imprese, istituzioni, ricerca e finanza si confrontano.
Oggi il sistema industriale internazionale sta mutando, relativamente ai temi di competitività e sovranità, con una velocità di trasformazione sempre più elevata e la rapidità dello sviluppo tecnologico offre opportunità ma allo stesso tempo può diventare una barriera.
Siamo nel pieno della transizione energetica e energia e materie prime critiche sono alla base di tutte le filiere produttive.
Per essere efficaci in questo momento di cambiamento c’è bisogno di guardare le filiere con un approccio integrato, e questo impone anche integrazione tra le organizzazioni pubbliche e private che se ne occupano
C’è necessità di sviluppare adeguata sensibilità e cultura sociale, e programmi di medio lungo termine industriali sostenibili da un punto di vista economico, sociale e ambientale e di sviluppo delle competenze.
Siamo tutti consapevoli che le risorse del sottosuolo, nell’ambito delle tecnologie ad oggi disponibili, non sono un’eredità del passato, ma sono una leva per il futuro in quanto parti integrate di tutte le altre filiere produttive perché sono alle base di tutte queste.