Mercoledì 10 febbraio alle ore 17:00 si è tenuto il terzo appuntamento online del ciclo “Talk for Energy” a cura di FOR e Studio Napoletano & Partners dal titolo “Anche la CO2 è risorsa” sponsorizzato dall’Associata Rosetti Marino.
Questo evento rappresenta l’occasione per discutere insieme delle potenzialità della CO2, e delle tecnologie attualmente disponibili per la cattura, lo stoccaggio e il riutilizzo. Al fine di valorizzare la CO2 ci sarà bisogno di nuovi progetti ed investimenti che coinvolgono tutta la filiera energetica.
Di seguito il video completo dell’evento. Ulteriori dettagli sui prossimi appuntamenti sono disponibili su https://talkfor.ottimistierazionali.it/talk-for-energy/
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Nel “Talk for Energy” sponsorizzato da Rosetti Marino e organizzato dalla Fondazione Ottimisti & Razionali e dallo Studio Legale Napoletano & Partners è emerso che la transizione energetica è possibile attraverso un’integrazione tra diverse tecnologie. Con la cattura dell’anidride carbonica come focus principale
«La ricerca sta facendo moltissimo e ancora molto può fare in futuro per una transizione energetica sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Sappiamo che il tema della CO2 come risorsa da valorizzare è centrale nel dibattito globale sul riscaldamento del pianeta e sul futuro dell’energia. Per questo, nel terzo appuntamento di “Talk for Energy” siamo riusciti a parlare di un argomento così importante in modo concreto e pragmatico, grazie anche alla visione d’insieme fornita dai nostri prestigiosi ospiti».
Così Claudio Velardi, presidente della Fondazione Ottimisti & Razionali, ha commentato il dibattito online dal titolo “Anche la CO2 è risorsa”, organizzato lo scorso 10 febbraio in collaborazione con Studio Napoletano & Partners e sponsorizzato da Rosetti Marino SpA, gruppo che fornisce servizi EPC(I) per l’industria “Energy” in tutto il mondo. Insieme a circa 170 collegati in streaming, c’erano tre relatori altamente qualificati sulle tematiche della CCS (carbon capture and storage): Paolo Carnevale (AD Eni Progetti), Enrico Mariutti (Presidente Istituto Alti Studi in Geopolitica e Scienze Applicate) e Nicola Mondelli (Responsabile Ricerca e Sviluppo “Rosetti Marino“). L’evento ha rappresentato l’occasione per discutere delle potenzialità della CO2, e delle tecnologie attualmente disponibili per la cattura, lo stoccaggio e il riutilizzo: in generale è emersa la necessità di nuovi progetti e investimenti che coinvolgano l’intera filiera energetica. La transizione energetica – in sintesi – è possibile attraverso un’integrazione tra diverse tecnologie, con la cattura dell’anidride carbonica come focus principale.
«Per le imprese dell’energia – ha detto Paolo Carnevale – la sfida è quella di portare avanti la transizione energetica come volano per un nuovo “Rinascimento industriale”. Il tutto continuando a fare business, garantendo la solidità del sistema e la sostenibilità degli investimenti. Quando si parla di innovazione, come quella legata al tema della CCS, oltre all’impegno di investire nella ricerca e sviluppare nuove tecnologie, si aggiunge quello di comunicare in modo trasparente con le istituzioni e il territorio. Sappiamo che non esiste una ricetta unica, ma un mix di tecnologie che vanno adottate in base ai diversi contesti. Per contrastare i cambiamenti climatici servono tutti gli strumenti disponibili: le fonti rinnovabili, ma anche la riforestazione e il recupero delle risorse con l’economia circolare, l’efficientamento energetico dei consumi finali e i sistemi di mobilità sostenibile, fino alla stessa CCS».
L’impiego delle tecnologie CCUS (carbon capture, utilisation and storage) è particolarmente efficace in tutti quei settori dove ridurre l’impatto inquinante risulta essere complesso: l’industria pesante, la siderurgia, i cementifici, le aziende petrolchimiche. Argomento ribadito da un report del settembre 2020 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che ha previsto come la CCS dovrà contribuire per circa il 10% alla necessaria riduzione delle emissioni entro il 2050, e che senza questo contributo sarà quasi impossibile raggiungere gli obiettivi. A oggi, nel mondo si contano 58 progetti pilota legati alla CCS che permettono la sottrazione di 127 milioni di tonnellate di CO2: tra questi Carnevale ha citato “Northern Lights” in Norvegia (esempio specifico dell’ambizione del governo norvegese di sviluppare una catena di valore CCS su larga scala entro il 2024) e “Quest Carbon capture and storage” in Canada.
Proprio la CCS è una delle tecnologie su cui Eni punta per raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione. L’obiettivo centrale della multinazionale energetica è di azzerare entro il 2040 le emissioni nette di gas a effetto serra, per arrivare, al 2050, a una riduzione dell’80% delle emissioni sull’intero ciclo di vita dei prodotti energetici, comprese quelle prodotte da coloro che li utilizzano. «Per trasformare la CO2 in risorsa – aggiunge Carnevale – Eni Progetti sta procedendo su diversi filoni. Dalla reazione della CO2 con rocce basiche o ultrabasiche possiamo ricavare materie prime (carbonato di magnesio) da utilizzare nel comparto cementizio, alimentare o energetico. Un’altra tipologia di impiego, già sperimentata con successo, è la produzione di farina tramite la coltura di micro-alghe, nella quale la CO2 catturata alimenta la fotosintesi e il processo di crescita di biomassa vegetale. Quest’ultima viene poi utilizzata come componente per l’industria farmaceutica, o come bio-olio per le filiere agroindustriali e alimentari, in sostituzione dell’olio di palma».
Il secondo relatore del talk – Enrico Mariutti, presidente dell’istituto Alti Studi in Geopolitica e Scienze Applicate, autore del saggio “La decarbonizzazione felice” uscito lo scorso novembre (Sole24Ore) – ha spiegato come l’economia di riutilizzo del carbonio sia uno straordinario strumento per mitigare il cambiamento climatico, in un contesto dove le energie rinnovabili risentono di elevati costi aggiuntivi che rendono poco competitivo lo stesso mercato. «Azzerare le emissioni – ha detto Mariutti – è un processo estremamente complesso e può non essere sufficiente. Proviamo invece a trasformare la lotta al climate change in occasione di rilancio per i territori, come moltiplicatore di opportunità per il tessuto imprenditoriale, strumento per mitigare le disuguaglianze economiche e smorzare il conflitto sociale. I numeri ci dicono che sia più efficace incentivare tecnologie come la cattura diretta dell’anidride carbonica e, in particolare, la CCS applicata agli impianti».
Nicola Mondelli, responsabile Ricerca e Sviluppo di Rosetti Marino, ha evidenziato l’importanza di ridurre le emissioni di anidride carbonica, sottraendola all’ambiente durante i processi in cui viene generata e stoccarla, sfruttando i giacimenti di combustibili fossili ormai esausti. «Questo richiederà nuove tecnologie e nuovi sistemi impiantistici, in particolare offshore. Dopo l’introduzione per i Paesi membri del meccanismo di scambio di quote di emissione, l’anidride carbonica deve essere vista come una risorsa dalle potenzialità economiche».
Il biossido di carbonio, ha sintetizzato Mondelli, è già ampiamente utilizzato per la produzione di combustibili sintetici, sia liquidi che gassosi, di combustibili organici e di materiali da costruzione. Tra gli esempi illustrati nel talk, il responsabile R&S di Rosetti Marino ha citato gli impianti di Solothurn (Svizzera) per la produzione di biometano, quello Covestro a Dormagen (Germania) che produce polioli, prodotti alla base dei poliuretani, schiume di alta qualità per calzature e autovetture, o l’impianto AVR a Duiven in Olanda per la carbonatazione accelerata per la produzione di calcestruzzo, sono già realtà affermate in tale ambito.
Come ha ricordato Fatih Birol, Executive Director della International Energy Agency, in un’intervista al Financial Times, «se vogliamo davvero arrestare i cambiamenti climatici, non potremo fare affidamento esclusivamente sulle energie rinnovabili, che sono utilizzate in larga misura per la generazione elettrica. Ci sono molti altri settori che devono essere decarbonizzati, come la siderurgia, la petrolchimica, l’industria del cemento e i trasporti su lunga distanza, ed è proprio in questi ambiti che l’idrogeno e la CCS potranno aiutarci a risolvere il problema. Problema che – ha sottolineato – non potrà essere superato soltanto con le rinnovabili in questi settori».
Sul canale youtube di FOR potete guardare tutti i video dei talk e anche quello completo
Ulteriori dettagli sui prossimi appuntamenti sono disponibili su https://talkfor.ottimistierazionali.it/#partner