Il 22 novembre, a Roma, cinque rappresentanze del settore energetico – Assoelettrica, Assomineraria, AssoRinnovabili, Confindustria Energia e World Energy Council Italia (WEC) – riuniti dall’Associazione Ottimisti&Razionali, hanno partecipato all’evento “La Costituente italiana dell’Energia”, in cui è intervenuto il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.
Questa è stata la tappa nazionale del tour “Energie al voto” che Ottimisti&Razionali sta promuovendo sul territorio in vista del Referendum Costituzionale del 4 dicembre. L’obiettivo è quello di informare i cittadini sulla Riforma del Titolo V e su una più complessiva governance delle politiche energetiche, evidenziando la necessità di affrontare un tema centrale per lo sviluppo del nostro Paese in modo pubblico, razionale e dialogante.
L’auspicio, così come indicato dal presidente di Ottimisti&Razionali, Gianfranco Borghini, è quello di rimettere il tema Energia al centro del dibattito nazionale, riportandolo nella sua giusta dimensione geopolitica. Uno sforzo necessario per la nostra sicurezza energetica e per l’inevitabile nesso con l’intero sistema industriale italiano, sia in termini economici che di sviluppo di nuove tecnologie. L’approvvigionamento energetico e il suo costo devono essere considerati centrali e imprescindibili all’interno del circuito produttivo.
La strategicità del settore energetico è stata più volte evidenziata dal Ministro Calenda, che ha annunciato una revisione della Strategia Energetica Nazionale, all’insegna di trasparenza e condivisione nella sua costruzione e quindi di una sua veloce esecuzione.
Roberto Casula, Presidente di Assomineraria, nel suo intervento ha ribadito la necessità di una nuova SEN che dovrà superare le criticità evidenti nell’industria mineraria estrattiva e non solo. Uno dei punti fondamentali è una maggiore integrazione tra sostenibilità ambientale e la garanzia dell’approvvigionamento di quelle fonti energetiche che continueranno a produrre l’80% dell’energia mondiale. Un compromesso da raggiungere tramite l’utilizzo di tecnologie sempre più efficienti e con il ruolo fondamentale del gas naturale, di cui l’Italia dispone ampie riserve da valorizzare. Produrre gas autoctono determinerebbe un risparmio sia economico (30% in meno rispetto al trasporto del gas sia via pipeline che come gas naturale liquefatto – GNL) che ambientale (meno energia spesa per i processi di trattamento, trasporto e liquefazione). Puntare sulla produzione nazionale di idrocarburi, investire su nuove infrastrutture di trasporto del gas come la TAP o sbloccare le strutture già esistenti, riallineerebbe i prezzi del gas in Italia alla media europea e aumenterebbe il grado di sicurezza degli approvvigionamenti. Un traguardo ambizioso che richiederà adeguati finanziamenti ai quali concorrerebbero aziende private italiane e straniere.
Il Presidente di WEC Italia Marco Margheri, guardando al ruolo dell’Italia nella politica energetica internazionale, ha sottolineato la necessità di poter contare su strumenti istituzionali semplici, trasparenti e inclusivi.
Per Confindustria Energia, il Presidente Giuseppe Tannoia ha parlato di razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative necessarie per far ripartire il settore. Una particolare attenzione dovrà essere posta però non solo sulla responsabilità circa le procedure autorizzative delle attività ma anche su quella relativa al loro controllo.
Anche per Simone Mori, Presidente di Assoelettrica, e per Agostino Re Rebaudengo, Presidente Assorinnovabili, il Titolo V rappresenta un ostacolo per l’attuale sistema energetico italiano se rapportato a una dimensione europea e globale. L’augurio è quindi lo sviluppo di una politica energetica nazionale più coerente e sistemica, per raggiungere anche gli obiettivi posti dagli accordi internazionali di COP21.