(Assomin Notizie n.4/2015)
Lo scorso agosto un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore commentava la situazione in Sicilia dove “le casse siciliane che, con l’aumento, dal 10% al 20% delle royalties petrolifere per le società che operano sull’isola e la cancellazione delle franchigie, decisa a maggio 2013, scontano un imprevisto effetto boomerang”.
Come Assomineraria aveva più volte segnalato agli organi regionali, all’aumento delle royalties corrisponde un calo ben più significativo delle imposte, che nel caso della Sicilia sono incassate direttamente dalla Regione.
Se l’articolo parlava di una riduzione delle entrate nel 2013 di 22 milioni di euro per la Regione Siciliana (94 milioni di € tra royalties e tasse rispetto a 116 del 2012), la situazione nel 2014 sembrerebbe essere peggiorata.
Malgrado un lieve aumento della produzione, riducendosi gli utili e l’imponibile, le entrate fiscali complessive di competenza della Regione hanno registrato un calo di 34 milioni di € nel biennio 2012-2014.
Dai dati di bilancio degli operatori sembrerebbe che l’aumento delle competenze conferite ai Comuni, rispetto al 2012, non compensi il calo delle entrate della Regione.
A due anni dalla decisione della Regione Siciliana si conferma l’impatto negativo per le casse degli enti pubblici, ed è quindi auspicabile che – in considerazione di questi risultati – la Regione provveda a ristabilire l’uniformità del regime fiscale per l’attività upstream in Sicilia con quello in essere nel resto del Paese.