Lab Cavone: un modello per la sicurezza

31/10/2014

(da Assomin Notizie n.1/2014)


Non esiste alcuna correlazione tra l’estrazione di idrocarburi e gli eventi sismici che si sono verificati in Emilia Romagna nel Maggio 2012”. Questa la conclusione che emerge dallo studio internazionale condotto nel quadro del Laboratorio Cavone da sei docenti accademici appartenenti alle più prestigiose Università americane (Harvard, MIT, Università della California, Università del Texas) sulla base dei rilevamenti effettuati tra aprile e luglio scorso presso il giacimento di Cavone, e della realizzazione di un modello geomeccanico 3D alimentato con i dati di monitoraggio raccolti in oltre venti anni.

Per capire a fondo la questione è importante fare un passo indietro. Il rapporto conclusivo della Commissione Ichese (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region), reso noto nell’aprile 2014, specificava che per escludere o confermare l’ipotesi di un legame causale tra le estrazioni di idrocarburi nella località Cavone e i tragici terremoti del Maggio 2012 in Emilia Romagna, sarebbe stato necessario avere “un quadro più completo della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti al fine di costruire un modello fisico di supporto all’analisi statistica”.

Subito dopo il Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione Emilia Romagna hanno proposto alla Società Padana Energia di mettere a disposizione il sito di Cavone per un arco temporale di novanta giorni, al fine di sviluppare un’attività di ricerca pienamente coerente con le raccomandazioni contenute nel rapporto Ichese e di fornire una risposta esaustiva.

La Società, pur non mostrando consenso alle risultanze del rapporto, ha accolto la proposta del Ministero e della Regione e, con il patrocinio di Assomineraria, ha sottoscritto un Accordo e un Protocollo Operativo per svolgere l’attività scientifica subordinando l’attività di coltivazione allo svolgimento di un programma intenso di monitoraggio e studio del comportamento del giacimento.

Nei novanta giorni previsti, quindi, grazie a un calendario serrato di lavoro e al coinvolgimento di diverse decine di specialisti delle istituzioni, dell’accademia e del mondo petrolifero, il Laboratorio Cavone ha: predisposto ed eseguito un intenso programma di prove di campo; organizzato l’aggiornamento e l’analisi del modello di giacimento con l’inclusione dei dati storici del campo; aperto una serie di punti informativi locali e sviluppato un sito web dedicato www.labcavone.it – www.assominerariacavone.org

Il sito web è stato creato ad hoc per raccogliere tutte le informazioni utili sulle attività in corso. Inoltre, sul sito è stata fornita la visualizzazione in tempo reale dei dati relativi alla micro-sismicità di tutta la bassa modenese e per una più vasta area di circa 8.000 chilometri quadrati – integrando i dati provenienti dalle stazioni di monitoraggio locali con i dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Nell’ottica di essere uno strumento di servizio per la collettività è stata creata nel portale anche una sezione dedicata alle domande più frequenti.

La voglia di rendere fruibile i dati grezzi usati per i modelli, i risultati scientifici e soprattutto l’evoluzione delle controversie sulla stampa locale, ha portato alla creazione di un ulteriore sito web di approfondimento da parte di Assomineraria, attraverso il quale è possibile seguire tutte le tappe dei lavori e analizzare i dati.

Dalle prove di campo al modello geodinamico

Terminate le attività di campo, che hanno consentito di raccogliere circa 1.000.000 di valori di pressione e temperatura e 5.000 valori di portata, il Lab Cavone ha completato la realizzazione del modello geomeccanico, uno strumento attraverso il quale è stato possibile simulare il comportamento del giacimento nel tempo e calcolare se i suoi effetti in termini di pressione e sforzi possano o meno raggiungere eventuali faglie sismogeniche vicine.

Il modello consente di riprodurre fedelmente la storia produttiva del campo, a partire da volumi e pressioni, così da poter determinare livelli di stress eventualmente indotti sulle strutture geologiche responsabili dei sismi del 2012.

Le prove di campo hanno dimostrato che l’iniezione d’acqua durante la vita del campo di Cavone non ha causato alcuna pressurizzazione del sistema e, a oggi, la pressione è la stessa di quella originaria di giacimento. Applicando al modello geomeccanico i modelli di geodinamica dei fluidi, lo studio degli accademici USA ha reso possibile verificare che la variazione di pressione dovuta all’iniezione d’acqua (nel pozzo ‘Cavone 14’) si esaurisce a poche centinaia di metri dal pozzo stesso (risulta non significativa già sul pozzo più vicino ‘Cavone 3’, distante circa 500 metri dal pozzo di reiniezione), mentre si annulla sui pozzi più lontani e ai bordi del giacimento. Il sisma del 20 maggio 2012 risulta distante 20 km.

Quando la scienza dà risposte chiare

A seguito di un approfondimento circa la metodologia usata nella ricerca, e un confronto con gli accademici coinvolti, lo studio è stato ufficialmente validato dall’Ingv, consentendo di concludere il programma di lavoro del Lab Cavone nel pieno rispetto dei termini, degli obiettivi e delle condizioni fissate nell’Accordo e nel Protocollo Operativo del 17 aprile scorso.

Così conclude Ingv: “Lo studio è di ottimo livello, i dati usati sono completi, il numero di linee sismiche usate e la loro ottima qualità, le metodologie utilizzate sono appropriate. I risultati ottenuti si configurano come una naturale integrazione del rapporto della commissione Ichese. […] Il gruppo di scienziati coinvolti nello studio è di assoluto valore internazionale e con competenze di vertice sui temi in oggetto”.

E come infine riconosciuto dal verbale conclusivo sottoscritto da Ministero e Regione, “non vi è alcuna ragione fisica per sospettare che le variazioni di pressione agli ipocentri derivanti dalle attività di produzione o iniezione del Campo di Cavone abbiano innescato la sequenza del maggio 2012” .

Una risposta, quella del Lab Cavone, accreditata e soprattutto necessaria per una popolazione lasciata per troppo tempo in balia di chi alimenta dubbi e paure, e che oggi finalmente può contare sulla chiarezza e la responsabilità del mondo scientifico. “Il fatto che non si siano registrate variazioni di pressione negli ultimi 40 anni è una notizia positiva”, ha sottolineato Luisa Turci sindaco di Novi di Modena, che ha invitato gli ‘scettici’ a presentare controprove. Altrimenti – ha dichiarato – è “solo per dire che sei contrario”.

Lab Cavone si dimostra un esempio di avanguardia scientifica riconosciuto a livello internazionale. Per la scelta dell’approccio scrupoloso, la tempistica, la qualità del modus operandi rigoroso, e la rilevanza dei risultati, il lavoro sarà presentato ai più famosi congressi geologici mondiali, tra cui l’American Geophysical Union (AGU) il prossimo dicembre in California. Lo studio verrà illustrato anche a Roma il 12 novembre in un convegno organizzato in collaborazione con la Società Geologica Italiana.